«Vegliate e pregate in ogni momento»
(Lc 21,36)
… perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo (Lc 21,36)
In ogni occasione, pregate con ogni sorta di
preghiere e di suppliche nello Spirito, e a questo scopo vegliate con ogni perseveranza (Ef 6,18)
Perseverate
nella preghiera e vegliate in essa (Col 4,2)
Restate
qui e vegliate con me (Mt 26,38)
Pregate
incessantemente (1Ts 5,17)
2697 Ma non si può pregare «in ogni tempo» se non si prega in determinati momenti, volendolo.
2656 Si entra nella preghiera come si entra nella liturgia: per la porta stretta della fede.
(Catechismo della Chiesa Cattolica)
6.1.
6.1.
«Il regno dei cieli subisce violenza»
(Mt 11,12)
… e i violenti se ne impadroniscono (Mt 11,12)
Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita! (Mt 7,14)
Entrato nella lotta, pregava più intensamente (Lc 22,44)
Prima di cominciare ogni esercizio di
pietà: 1 Raccogliti per bene, 2 Respingi prontamente ed energicamente le prime
divagazioni, 3 Mantieni la costanza e la continuità nello sforzo di respingere
le distrazioni. (Adolfo Tanquerey, Compendio di Teologia Ascetica e Mistica)
La difficoltà più frequente, che ciascuno conosce per esperienza, è l’arte così delicata di accordare il nostro mondo psichico, il suo contenuto mobile, agitato, carico di preoccupazioni del momento, con il contenuto della preghiera liturgica, o della nostra regola personale. (Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale, p. 227)
- Quando Dio ti chiede di chiudere la porta prima di pregare, vuole ricordarti di separare l’attività esterna alla tua camera (preoccupazioni, pensieri, fantasie, relazioni) dall’attività interna. (Matta El Meskin, Consigli per la preghiera)
La preghiera implica uno stato preliminare, un aspetto ascetico di “sforzo”. Dice un eremita: “Quando l’uomo vuole mettersi a pregare è allora che i suoi nemici, i demoni, cercano di impedirglielo… l’orazione esige che si lotti fino all’ultimo respiro”. Vi è anche la resistenza naturale che viene dalla pigrizia e dalla pesantezza dell’anima. Tutto questo aspetto ottenebrato dell’essere umano fa comprendere, secondo Origene, che “un solo santo con le sue orazioni è più forte nella sua lotta di una folla di peccatori”. Altrove lo stesso autore constata che l’ascensione di un’alta montagna è faticosa. (Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale, p. 228)
2719 La preghiera contemplativa è una comunione d’amore portatrice di vita per la moltitudine, nella misura in cui è consenso a dimorare nella notte oscura della fede. La notte pasquale della risurrezione passa attraverso quella dell’agonia e della tomba. Il suo Spirito (e non la «carne» che è «debole») fa sì che nella preghiera contemplativa traduciamo in vita questi tre tempi forti. È necessario acconsentire a vegliare un’ora con lui (Mt 26,40-41). (Catechismo della Chiesa Cattolica)
- “La carne ha desideri contrari allo Spirito” (Gal 5,17). Essa non può trovare riposo nella preghiera, soprattutto nella preghiera sincera, pura, offerta in spirito di vera adorazione, perché questa implica il rinnegamento di sé e la morte delle passioni, dei desideri e delle false speranze di questo mondo... Perciò il corpo inventa mille pretesti per sfuggire alla preghiera: pretende di essere malato, debole, di avere mal di testa, alle articolazioni, alla schiena, di avere un gran bisogno di dormire. Se, nonostante questo, ti costringi a pregare, il tuo corpo cerca di abbreviare la preghiera. E se perseveri nella volontà di compiere la preghiera fino in fondo, il corpo cerca allora di sfuggire nel vero senso della parola: la lingua s’ingarbuglia, l’attenzione si allenta e divaga qua e là, il pensiero si appesantisce. Il tuo “io” cerca il pretesto del corpo per sottrarsi alle parole della preghiera, poiché esse comportano la sua morte. Il Signore sa tutto questo; è per questo che ha raccomandato di “pregare sempre, senza stancarsi” (Lc 18,1). (Matta El Meskin, Consigli per la preghiera)
La preghiera possiede dunque la propria lotta: non è estranea a quella “violenza” che s’impadronisce del regno, violenza sull’uomo, che lo getta a terra in stato di adorazione, violenza su Dio, facendolo inclinare verso la terra e verso l’uomo in preghiera: “Il padre di famiglia si è chinato verso terra e ha ritrovato la sua immagine” (Nicolas Cabasilas). (p. 228)
“Con la morte ha vinto la morte”, così pure ogni preghiera porta la sua croce, con lo sforzo vince lo sforzo, per sgorgare alla fine liberamente e lietamente. Il corpo condiziona lo sforzo: il digiuno, le genuflessioni, il prosternarsi, aiutano lo spirito a concentrarsi, lo accordano come uno strumento musicale. (p. 229)
(Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale)
- Il fervore della preghiera è condizionato nello stesso tempo dall’ascesi del corpo e dall’ardore dello spirito. Il primo approccio è negativo: le numerose prostrazioni, il digiuno, il silenzio, la sobrietà e la semplicità del vestito. Il secondo è positivo: consiste nell’offrire a Cristo, dal profondo del cuore, un amore sincero, espresso con parole di affetto, di desiderio, con un dialogo del cuore che non cessa né di giorno né di notte, sostenuto da una meditazione attenta delle sue parole e dei suoi precetti. Un solo elemento non sarebbe sufficiente, perché ciascuno attiva l’altro. L’ascesi del corpo prepara l’ardore dello spirito e l’ardore dello spirito facilita l’ascesi del corpo: insieme custodiscono la tua preghiera al riparo dall’accidia (pigrizia spirituale e senso di malinconica inutilità), dalla stanchezza, dalla tiepidezza spirituale e dalla dispersione dell’attenzione.
- L’accesso alla preghiera autentica si accompagna necessariamente a una liberazione rispetto alla percezione del valore umano e materiale del tempo. Il movimento dell’orologio deve lasciare il posto al movimento dello Spirito. La fretta nella preghiera, così come il senso di stanchezza, sono il segno che ti aggrappi al tempo materiale, privo delle benedizioni dello Spirito e delle aspirazioni all’eternità. La percezione del tempo materiale, dell’importanza dei minuti, delle ore, delle azioni umane temporali che ti attendono dopo la preghiera, contribuisce a soffocare in te lo Spirito e a impedirti di godere della percezione dell’eternità e di vivere in essa durante la preghiera. Così, la fretta e la stanchezza sono sufficienti per togliere alla preghiera il suo autentico carattere spirituale. Essa si riduce allora a nulla più di uno dei tanti atti della vita temporale che compi con il pensiero o con il corpo, come quelli di incontrare un superiore, di pronunciare un discorso o di prendere il pasto. Perciò Cristo ti avverte: bisogna “pregare sempre, senza stancarsi” (Lc 18,1). E’ meglio quindi per te esprimere con lo spirito una preghiera calma, tranquilla, degna, che dura cinque minuti, piuttosto che pregare un’ora intera con fretta o tre ore con svogliatezza.
(Matta El Meskin, Consigli per la preghiera)
2725 La preghiera è un dono della grazia e, da parte nostra, una decisa risposta. Presuppone sempre uno sforzo. I grandi oranti dell’Antica Alleanza prima di Cristo, come pure la Madre di Dio e i santi con lui ce lo insegnano: la preghiera è una lotta. Contro chi? Contro noi stessi e contro le astuzie del tentatore che fa di tutto per distogliere l’uomo dalla preghiera, dall’unione con il suo Dio. Il «combattimento spirituale» della vita nuova del cristiano – necessario per agire abitualmente secondo lo Spirito di Cristo – è inseparabile dal combattimento della preghiera.
2728 La nostra lotta deve affrontare anche ciò che sentiamo come nostri insuccessi nella preghiera: scoraggiamento dinanzi alle nostre aridità, tristezza di non dare tutto al Signore, poiché abbiamo «molti beni» (Mc 10,22), delusione per non essere esauditi secondo la nostra volontà, ferita al nostro orgoglio che si ostina sulla nostra indegnità di peccatori, allergia alla gratuità della preghiera. La conclusione è sempre la stessa: perché pregare? Per vincere tali ostacoli, si deve combattere in vista di ottenere l’umiltà, la fiducia e la perseveranza.
2729 La difficoltà abituale della nostra preghiera è la distrazione. Può essere relativa alle parole e al loro senso, nella preghiera vocale; può invece riguardare, più profondamente, colui che preghiamo, nella preghiera vocale (liturgica o personale), nella meditazione e nella preghiera contemplativa. Andare a caccia delle distrazioni equivarrebbe a cadere nel loro tranello, mentre basta tornare al nostro cuore: una distrazione ci rivela ciò a cui siamo attaccati, e questa umile presa di coscienza davanti al Signore deve risvegliare il nostro amore preferenziale per lui, offrendogli risolutamente il nostro cuore, perché lo purifichi. Qui si situa il combattimento: nella scelta del Padrone da servire (Mt 6,21.24).
2730 Positivamente, la lotta contro il nostro io possessivo e dominatore è la vigilanza, la sobrietà del cuore. Quando Gesù insiste sulla vigilanza, essa è sempre relativa a lui, alla sua venuta nell’ultimo giorno e in ogni giorno: «oggi».
2731 Un’altra difficoltà, specialmente per coloro che vogliono sinceramente pregare, è l’aridità. Fa parte dell’orazione nella quale il cuore è insensibile, senza gusto per i pensieri, i ricordi e i sentimenti, anche spirituali. È il momento della fede pura, che rimane con Gesù nell’agonia e nella tomba: «il chicco di grano, se muore, produce molto frutto» (Gv 12,24).
2732 La tentazione più frequente, la più nascosta, è la nostra mancanza di fede. Si manifesta non tanto in una incredulità dichiarata, quanto piuttosto in una preferenza di fatto. Quando ci mettiamo a pregare, mille lavori o preoccupazioni, ritenuti urgenti, si presentano come prioritari; ancora una volta è il momento della verità del cuore e del suo amore preferenziale. Talvolta ci rivolgiamo al Signore come all’ultimo rifugio: ma ci crediamo veramente? Talvolta prendiamo il Signore come alleato, ma il cuore è ancora nella presunzione. In tutti i casi, la nostra mancanza di fede palesa che non siamo ancora nella disposizione del cuore umile: «senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5).
2742 «Pregate incessantemente» (1Ts 5,17), «rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre nel nome del Signore nostro Gesù Cristo» (Ef 5,20); «pregate incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi» (Ef 6,18). «Non ci è stato comandato di lavorare, di vegliare e di digiunare continuamente, mentre la preghiera incessante è una legge per noi» (Evagrio Pontico). Questo ardore instancabile non può venire che dall’amore. Contro la nostra pesantezza e la nostra pigrizia il combattimento della preghiera è il combattimento dell’amore umile, confidente, perseverante. Questo amore apre i nostri cuori su tre evidenze di fede, luminose e vivificanti.
2743 Pregare è sempre possibile: il tempo del cristiano è il tempo di Cristo risorto, che è con noi «tutti i giorni» (Mt 28,20), quali che siano le tempeste (Lc 8,24).
2744 Pregare è una necessità vitale: se non ci lasciamo guidare dallo Spirito, ricadiamo sotto la schiavitù del peccato (Gal 5,16-25).
2745 Preghiera e vita cristiana sono inseparabili, perché si tratta del medesimo amore e della medesima abnegazione che scaturisce dall’amore. La medesima conformità filiale e piena d’amore al disegno d’amore del Padre. La medesima unione trasformante nello Spirito Santo, che sempre più ci configura a Cristo Gesù. Il medesimo amore per tutti gli uomini, quell’amore con cui Gesù ci ha amati.
«Prega incessantemente colui che unisce la preghiera alle opere e le opere alla preghiera. Soltanto così possiamo ritenere realizzabile il principio di pregare incessantemente» (Origene).
(Catechismo della Chiesa Cattolica)
- Una volta che sei entrato presso di lui mediante la preghiera, Dio desidera che tu non ne esca mai più. Perciò la preghiera autentica, che è riuscita a rispondere al desiderio pieno di benevolenza di Dio, deve continuare segretamente in fondo al cuore, con uno scambio senza parole, anche dopo che hai lasciato il luogo della preghiera. Puoi allora andare alle tue diverse occupazioni, ma intanto la preghiera non cessa il suo lavoro segreto all’interno del tuo cuore. (Matta El Meskin, Consigli per la preghiera)
La vera preghiera diviene atteggiamento costante, uno stato di spirito che struttura e modella liturgicamente tutto il nostro essere. Secondo gli spirituali non basta “avere” la preghiera, le regole, l’abitudine; occorre divenire, “essere” preghiera incarnata. È nella sua struttura che l’uomo si vede come essere liturgico, colui che con tutta la sua vita e tutto il suo essere si prosterna e adora, colui che può dire: “io canterò al mio Dio finché esisterò”. Fare della propria vita una liturgia, una preghiera, una dossologia significa farne un sacramento perpetuo. (Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale, pp. 219-220)
Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale (Rm 12,1)
San Paolo esorta ad offrire i nostri corpi in sacrificio vivente: fare del nostro essere e della nostra esistenza un culto, una liturgia, una dossologia. (p. 249)
Si deve sottolineare con forza la sostanza, l’ontologia, la natura sacerdotale di ogni fedele. Il laico è sacerdote della sua esistenza, egli offre in sacrificio la totalità della sua vita e del suo essere. (p. 242)
Nell’immensa cattedrale che è l’universo di Dio, l’uomo, sacerdote della sua vita, operaio o sapiente, fa di tutto ciò che è umano offerta, canto, dossologia. (p. 251)
(Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale)
901 «Tutte le opere, le preghiere e le iniziative apostoliche, la vita coniugale e familiare, il lavoro giornaliero, il sollievo spirituale e corporale, se sono compiute nello Spirito, e persino le molestie della vita, se sono sopportate con pazienza, diventano “sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo” (1Pt 2,5); e queste cose nella celebrazione dell’Eucaristia sono piissimamente offerte al Padre insieme all’oblazione del Corpo del Signore» (Lumen Gentium).
901 «Così anche i laici, operando santamente dappertutto come adoratori, consacrano a Dio il mondo stesso» (Lumen Gentium).
(Catechismo della Chiesa Cattolica)
Con la semplice presenza nel mondo di “esseri santificati”, di “sacerdoti” nella loro sostanza stessa, di “dimore trinitarie”, il sacerdozio universale dei laici detiene il potere del sacro cosmico, della liturgia cosmica: al di fuori delle mura del tempio i laici continuano la liturgia della Chiesa. Con la loro presenza attiva i laici introducono la verità dei dogmi vissuti nella società e nei rapporti umani e scacciano così gli elementi profani e demoniaci del mondo. (Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale, pp. 248)
6.2.
«Per me il vivere è Cristo»
(Fil 1,21)
6.2.
«Per me il vivere è Cristo»
(Fil 1,21)
- La vigilanza del cuore durante l’adempimento dei tuoi doveri quotidiani – di qualunque tipo essi siano: a casa come a scuola, come in fabbrica, in campagna, in negozio o in ufficio – sostituisce il rimanere in preghiera nel segreto della tua camera: ti porta all’immediato adempimento della regola di preghiera in obbedienza alla richiesta del Signore.
- La vigilanza del cuore – e cioè il prestare a più riprese durante la giornata l’attenzione al Signore Gesù, mantenendo viva una conversazione segreta con lui, fatta di silenziose parole di amore – non è assolutamente inferiore allo stare in preghiera in chiesa.
(Matta El Meskin, Consigli per la preghiera)
2565 La vita di preghiera consiste quindi nell’essere abitualmente alla presenza del Dio tre volte Santo e in comunione con lui.
2658 «Mio Dio, se la mia lingua non può ripetere, ad ogni istante, che vi amo, voglio che il mio cuore ve lo ripeta tutte le volte che respiro» (San Giovanni Maria Vianney).
2659 Noi impariamo a pregare il Signore in momenti particolari, ma è in ogni tempo, nelle vicende di ogni giorno, che ci viene dato il suo Spirito perché faccia sgorgare la preghiera.
2660 Pregare negli avvenimenti di ogni giorno e di ogni istante è uno dei segreti del Regno rivelati ai «piccoli», ai servi di Cristo, ai poveri delle beatitudini. È cosa buona e giusta pregare perché l’avvento del regno di giustizia e di pace influenzi il cammino della storia, ma è altrettanto importante «impastare» mediante la preghiera le umili situazioni quotidiane. Tutte le forme di preghiera possono essere quel lievito al quale il Signore paragona il Regno (Lc 13,20-21)
(Catechismo della Chiesa Cattolica)
In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo (At 17,28)
Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine
del mondo (Mt 28,20)
29. « Io sono la tua vita. Lo
capisci? T’accompagno come il tuo
respiro, come il tuo alito, nell’anima tua. Sono così vicino a te ».
29. « Chiedimi tutto; chiedimi ogni giorno, ogni mattino ciò che ti occorre per la tua giornata, per te e per tutti gli uomini. È mia gioia rispondere! Io rispondo sempre, ma la mia risposta è varia. La capiresti meglio se sapessi vivere di fede ».
522. « Io sono la Sorgente: vieni ad attingervi. Ti darò momento per momento quanto ti è necessario: la forza, la gioia, il coraggio, la dolcezza, la pazienza, la carità, la Sapienza... momento per momento. Ma vieni... io sono la tua vita ».
251. « Poiché sono sempre con voi, unito a tutto ciò che è vostra vita, non senti che c’è qualcosa di me quando sei generosa? ».
609. « Quando mi lasciate agire in voi, io vi trasformo ».
612. « Tutte le anime potrebbero raggiungere rapidamente la pienezza della loro santità, se mi lasciassero agire, senza resistere ».
409. « La santità consiste nel lasciarmi dimorare dentro di voi; sono io stesso che la realizzo in voi ».
456. « Capisci che io non sono passivo in te, ma che vivo con la tua stessa vita e con tutte le tue difficoltà; che lotto con te, perché il bene vinca il male... Io trionfo con te. Puoi dunque agire con più forza. Io ho vinto il male. La vittoria e i miei mi appartengono definitìvamente! ».
492. « Va’, senza voltarti indietro, e libera. Io sono nel presente. Io sono con te. Tutto l’avvenire è in me ».
(Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
La tradizione antica suggerisce: “al mattino appoggia la tua intelligenza sul cuore e rimani tutto il giorno in compagnia di Dio”, rendi coerenti gli elementi frammentati del tuo essere, ritrova l’integrità dello spirito. Una vecchia preghiera chiede: “col tuo amore lega l’anima mia”; dall’insieme degli stati d’animo sgorghi un’anima sola. (Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale, p. 219)
Io pongo sempre davanti a me il Signore, sta alla mia destra, non potrò vacillare (Sal 16,8)
Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me (Sal 23,4)
2666 Il nome di Gesù contiene tutto: Dio e l’uomo e l’intera Economia della creazione e della salvezza. Pregare «Gesù» è invocarlo, chiamarlo in noi. Il suo nome è il solo che contiene la presenza che esso significa. Gesù è risorto, e chiunque invoca il suo nome accoglie il Figlio di Dio che lo ha amato e ha dato se stesso per lui.
2668 L’invocazione del santo nome di Gesù è la via più semplice della preghiera continua. Ripetuta spesso da un cuore umilmente attento, non si disperde in «tante parole» (Mt 6,7), ma custodisce la Parola e produce frutto con la perseveranza (Lc 8,15). Essa è possibile «in ogni tempo», giacché non è un’occupazione accanto ad un’altra, ma l’unica occupazione, quella di amare Dio, che anima e trasfigura ogni azione in Cristo Gesù.
(Catechismo della Chiesa Cattolica)
Per me infatti il vivere è Cristo (Fil 1,21)
Bisogna compiere tutte le nostre buone opere con Cristo, in unione intima con lui. Mentre restiamo in grazia, Cristo abita in noi, dentro di noi – fisicamente con la sua divinità, virtualmente con la sua umanità – e nulla si oppone a che facciamo tutto con lui, intimamente uniti a lui. Le nostre opere acquistano agli occhi dell’eterno Padre un immenso valore, quando gliele presentiamo in unione intima con lui. Tutti gli sforzi del cristiano devono essere indirizzati ad aumentare e a intensificare sempre più tale unione con Cristo. Il cristiano deve compiere tutte le sue azioni con Gesù in intima unione con lui: l’orazione, il lavoro, la ricreazione, la refezione, il riposo... tutto deve essere compiuto insieme a lui.
Le azioni compiute con Cristo sono di un valore incalcolabile, ma il compierle in lui, identificati con lui significa elevare fino al limite del possibile la loro sublimità e grandezza. Questa modalità ci pone nel Cristo, identificando in certo qual modo il nostro essere con il suo essere e le nostre azioni con le sue azioni. Il cristiano deve compiere tutte le sue opere non solamente con Cristo, ma in Cristo, identificato con lui. Deve rivestirsi talmente di Gesù Cristo (Rm 13,14) da apparire all’eterno Padre come Cristo stesso.
(Antonio Royo Marín, Teologia della perfezione cristiana)
- Tutto ciò che Cristo ha praticato nella propria carne – la preghiera, le opere di misericordia e di compassione, come anche le sofferenze redentrici assunte sulla croce – tutto ciò ha ricevuto in lui una dimensione divina eterna. In altre parole, il tempo si è unito all’eternità nella persona di Gesù Cristo. Unirsi a Cristo mediante la preghiera significa in realtà glorificare il tempo, santificarlo; significa glorificare l’azione umana in quanto tale e santificarla, perché vuol dire conferirle, in Cristo, un’eterna dimensione divina. La preghiera autentica è un vero “riscatto del tempo”, è “fare buon uso del tempo”, “profittare del tempo presente” (Ef 5,16), perché trasforma il tempo morto in un’opera divina eterna. (Matta El Meskin, Consigli per la preghiera)
533 La vita nascosta di Nazaret permette ad ogni uomo di essere in comunione con Gesù nelle vie più ordinarie della vita quotidiana. (Catechismo della Chiesa Cattolica)
n. 63 – Se lui vive in noi, i nostri atti non sono più i nostri umani e miserabili atti, ma diventano i suoi, divinamente efficaci. (Charles de Foucauld, Pensieri)
Nella concezione orante della vita, il lavoro più modesto dell’operaio o la creazione del genio sono compiuti allo stesso titolo di offerta dinanzi alla faccia di Dio e sono ricevuti come un compito affidato dal Padre. (pp. 221-222)
Ogni obbedienza è obbedienza alla volontà del Padre, partecipando agli atti del Cristo obbediente. (p. 157)
(Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale)
Egli è morto per noi perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui (1Ts 5,10)
La vostra vita è nascosta con Cristo in Dio (Col 3,3)
« Al tuo svegliarti, entra subito nel mio Cuore e offri al Padre celeste tutte le tue azioni unendole ai miei palpiti »
« Tutti i tuoi movimenti uniscili ai miei, affinché non sia più tu ma Io che agisco in te »
« Non separarti da me neppure per un istante »
« Fa’ tutto per amore, avendo sempre di mira ciò che ho sofferto per le anime »
« Durante la notte riposerai nel mio Cuore, che accoglierà i palpiti del tuo come altrettanti atti di desiderio e di amore »
« L’anima che vive una vita costantemente unita alla mia Mi glorifica e lavora molto al bene delle anime. Forse il suo lavoro è di per sé insignificante?... Se lo bagna nel mio sangue, o l’unisce a quello che ho fatto Io durante la mia vita mortale, quale frutto non produrrà nelle anime!... Più grande forse che se avesse predicato a tutto il mondo... E ciò sia che studi, sia che parli o scriva, che cucia, spazzi, si riposi... purché l’azione sia prima di tutto regolata dall’obbedienza o dal dovere e non dal capriccio; inoltre che sia fatta in intima unione con Me, ricoperta del mio Sangue, e con grande purità d’intenzione. Desidero tanto che le anime comprendano questo! Non è l’azione in sé che ha valore, ma l’intenzione con cui è fatta! Quando spazzavo e lavoravo nell’officina di Nazaret davo tanta gloria al Padre come quando predicavo durante la mia vita pubblica. Ci sono molte anime che agli occhi del mondo hanno cariche importanti e procurano al mio Cuore una grande gloria: è vero. Però ho anche molte anime nascoste che nei loro oscuri lavori sono operaie assai utili alla mia vigna, poiché sono mosse dall’amore e sanno bagnare le minime azioni nel mio Sangue, e così ricoprirle con l’oro soprannaturale. Il mio Amore tanto può che dal nulla fa ricavare alle anime immensi tesori, allorché unendosi a Me al mattino offrono tutta la loro giornata con l’ardente desiderio che il mio Cuore se ne serva per il vantaggio delle anime. Quando con amore compiono ogni loro dovere ora per ora, momento per momento, quali tesori non accumulano in un giorno! »
« Voglio che le mie anime scelte sappiano quanto il desiderio della loro perfezione Mi consuma e come questa perfezione consista nel fare tutte le azioni comuni e quotidiane in intima unione con Me. Se esse capiscono bene questo, possono divinizzare la loro vita e tutta la loro attività mediante questa intima unione al mio Cuore, e qual valore ha una giornata di vita divina! »
« Ma non desidero soltanto che le anime stiano unite a Me in maniera generale: voglio che questa unione sia costante e intima, come quella di coloro che si amano e vivono insieme; poiché se anche essi non si parlano sempre, almeno si scambiano sguardi e si usano vicendevolmente le delicatezze e le attenzioni ispirate dall’amore »
« Desidero ardentemente che tutte le anime da Me scelte fissino gli occhi su di Me, senza più distoglierli... »
« Unisci tutte le tue azioni alle mie, sia nel lavoro che nel riposo. Unisci al mio Cuore i palpiti del tuo e i tuoi respiri stessi. Quante anime potrai così guadagnare! »
(Josefa Menéndez, Invito all’Amore)
Rimanete in me e io in voi (Gv 15,4)
Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto (Gv 15,5)
Chi non raccoglie con me, disperde (Mt 12,30)
666. « Bisogna cominciare con l’essere fedeli nelle piccole cose. Figliola mia, consolami con l’essere più fedele ».
378. « Attendo ogni giorno atti di generosità da parte delle anime che mi sono consacrate; è il solo modo che esse hanno per provarmi il loro amore e per accrescerlo. Si passa invece senza riconoscerle davanti alle occasioni che io vi presento. Tu non fare così; ecco, sii molto attenta, sii grande e magnanima e chiara in tutti i tuoi atti, a imitazione del mio modo di agire. Che vi sia uno sforzo in ognuna delle tue giornate ».
170. « Dare del proprio superfluo non è fare un dono. Un dono è preso dal necessario; costa, lascia sentire la privazione di ciò che è stato dato. Questi doni li attendo dalle mie spose ».
3. « Fammi dono 1) di ogni parola superflua che tacerai, 2) di ogni oggetto non indispensabile di cui farai a meno, 3) di ogni fatica, sofferenza, che gli altri non indovineranno, che tu nasconderai… per darmi una prova del tuo amore, e perché io ho tanto bisogno dei tuoi doni! ».
7. « Dammi il piccolissimo granello dei tuoi sacrifici, dei tuoi sforzi; io lo feconderò. Ma dammi il granello. Non perdere un minuto, non perdere una sola occasione di offrirmi tutto ciò che ti mando. La mia grazia non ti abbandona un istante: accoglila ».
624. « Sii vigilante! Non lasciarti sfuggire nessuna occasione di abbassarti agli occhi delle altre, di farti dimenticare; nessuna occasione di mortificare la tua impazienza, la tua curiosità e le soddisfazioni naturali di cui io sono stato privato durante tutta la mia esistenza povera e laboriosa ».
638. « Desidero che la tua anima si immoli, a imitazione della mia vita eucaristica, nel silenzio, nell’oblìo, nel dono di te in me, intercedendo senza posa, accogliendo ogni occasione di espiazione, nella gioia ».
14. « Non mi lasciare un minuto, non lasciare me che sono sempre con te. Fa’ ciascuna delle tue azioni per me, non ne perdere una sola; io le raccolgo tutte. Desidero tanto essere servito con perfezione ».
621. « Le vostre azioni, tutte le vostre azioni, anche le più comuni, non fatele per voi, non fatele per essere visti dagli uomini: fatele per me solo. Così tesserete un legame tra voi e me, un legame di fili sottili, ma tanto numerosi che vi incateneranno a me! ».
76. « Accogli come una grazia ogni occasione di fare una buona azione invisibile; è per me che essa viene fatta. Per quanto piccola, mi dice il tuo amore ».
21. « Per oggi dammi solamente le tue parole superflue che reprimerai; dammene molte ».
36. « Fa’ tutto il tuo dovere, più e meglio che tu possa fare. I Santi hanno attirato molte anime alla mia Chiesa con lo sfolgorìo della loro santità. Tu non puoi. Ciò non importa. Dammi tutto; io mi servirò di quello che mi dai per attirare molte anime alla mia Chiesa. Dammi tutto ».
97. « Vedi, io non ho fatto opere grandi… Ciascuna di voi può, nel proprio posto, il più oscuro, rendermi grandemente, eroicamente amore per amore. Questo io aspetto, questo desidero... ».
108. « Va’ al tuo dovere; vacci con ardimento, con gli occhi fissi su di me, che ti amo e ti aspetto ».
231. « Ti aspetto nel lavoro materiale, dove ho tanto bisogno di essere servito con perfezione, ma ti aspetto anche nel riposo per abbandonarmi ai tuoi sguardi ».
438. « La felicità è con voi: voi potete trovarmi con voi in ogni minuto, in ogni occupazione, e quando compirete il vostro dovere con precisione e perfezione mi troverete ancora di più. Perché mi cercate altrove? ».
438. « Quando un’anima si dona al suo dovere con amore e perfezione, allora risponde alla mia attesa ».
233. « Sì, sei stanca; ma non è la tua più grande gioia avere qualcosa da offrirmi? O io non conosco più la mia piccola sposa?... ».
380. « Quando hai una giornata tranquilla, senza contraddizioni, senza occasioni di superarti, senza sofferenze, che cosa mi porti? ».
115. « Per il lavoro, per conformarti alla tua Regola, fa’ di più del sufficiente, questo supplemento mi è tanto gradito: lo vedo, ne tengo conto. Niente è inutile, niente si perde... ».
213. « Fare generalmente un po’ più di quello che è d’obbligo, è offrirmi il profumo col fiore. Questo supplemento, essendo volontario, non può che essere un gesto d’amore; esso è più prezioso di tutto il resto, e generalmente non è conosciuto, né visto da alcuno, è fatto solo per me: è il profumo del fiore... ».
160. « Ora che la tua salute si è fortificata, puoi concedere qualche piccola privazione al tuo buon appetito. Offrimi per quelli che muoiono di fame, a ciascun pasto, fedelmente, una piccola porzione di cui tu puoi fare a meno ».
273. « Figliola mia, guardati da ogni avarizia. Inconsciamente l’avarizia penetra in un’anima. Le chiude il mio Regno. L’avarizia è la causa della menzogna, di tutti i delitti, di tutti i rinnegamenti, di tutti i tradimenti. L’attacco ai beni transitori che si desidera possedere e tenere, ha in odio il mio Spirito e vuole distruggerlo. L’avarizia è l’opera della morte. Pensa a Giuda. Veglia e prega per combatterla con una forza degna del tuo nome di cristiana ».
201. « Voi stessi tessete la vostra felicità. Ve ne do gli elementi, e tocca a voi tessere ora per ora il disegno della vostra felicità. La contemplazione è indispensabile per questo lavoro, perché non potete riprodurre che i disegni di cui vi siete compenetrati contemplandoli. Il silenzio è indispensabile per questo lavoro. E poiché bisogna scegliere l’essenziale, sceglierlo incessantemente lasciando andare il superfluo, la povertà è indispensabile per questo lavoro. L’obbedienza darà la misura della vostra destrezza, e l’amore darà a questo lavoro il suo colorito, la sua vita e la sua bellezza ».
361. « L’anima obbediente, l’anima che è nello stato di obbedienza, ha gli occhi aperti sulla mia Presenza; senza mai abbandonarla, essa ne scopre dovunque i segni e i messaggi, perché aderisce immediatamente a quanto le dico. Quando si è messa in questo stato di abbandono, di silenzio e di calma, è come se non potesse più separarsi da me; essa coglie ogni sofferenza, ogni contraddizione come un dono da offrirmi e nulla altera la sua serenità ».
508. « Tu non hai grandi sofferenze da offrirmi, ma le piccole pene quotidiane, se le raccogli tutte quante, sono come ruscelli che formano un grande fiume. Io le conosco tutte, nessuna offerta va perduta ».
522. « Abbi sempre qualche sofferenza da offrirmi ».
361. « Vi sono tante sofferenze mal dirette e perdute! Esse rimangono soffocate entro i vostri limiti umani. “Io sono la vite e voi i tralci”, riferite tutto a me: con quello che mi donate farò miracoli per la vita eterna ».
611. « Non capisci che, se tutte le tue azioni vengono al mio Cuore per rallegrarlo e per seppellirvisi, io le posso utilizzare attraverso il tempo e lo spazio secondo i desideri del mio Cuore? ».
387. « Sopportare la monotonia, la noia di un lavoro sempre uguale che si ripete regolarmente, l’assenza di novità e tuttavia conservare un cuore sempre nella gioia, tutto questo mi fa onore, è conformarsi alla mia vita nascosta. Essere contenti per la sola ragione che io sono con voi, quando invece non avreste nessuna ragione per esserlo, è una prova che mi amate... ».
(Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
« Ciò che ti chiedo è di essere sempre pronta a consolare il mio Cuore, ogni volta che ho bisogno di te. La consolazione di un’anima fedele mi compensa delle amarezze che mi infliggono tante anime fredde e indifferenti. Sentirai talora tutto il peso della mia angoscia, ma è così che mi consolerai. Non temere di nulla, sono con te! »
« Voglio che tu Mi offra tutto, anche le minime cose, per consolare il mio Cuore di ciò che soffre, soprattutto da parte delle anime consacrate »
« Molte anime consentono ad aiutarmi a portare la croce, ma restano preoccupate per la consolazione e il riposo. Il loro interesse rimane in cima ai loro pensieri. Lasciano cadere la mia croce quando pesa troppo. Cercano di soffrire il meno possibile, misurano la loro abnegazione, evitano questa umiliazione, quella fatica, quel lavoro e, ricordando forse con rimpianto ciò che lasciarono, provano a concedersi almeno certe soddisfazioni. Non accettano se non quello che non possono evitare o che le obbliga strettamente. Queste anime non mi aiutano a portare che una piccola parte della mia croce... Nell’eternità esse vedranno quanto sono rimaste indietro e lontane nel cammino »
« Vi sono invece anime che, mosse dall’amore per Colui che ha sofferto per loro, si risolvono a seguirmi sulla via del Calvario. Abbracciano la vita perfetta e si consacrano al mio servizio non per portare soltanto una parte della croce, ma per portarla tutta intera. Il loro unico desiderio è di darmi riposo e consolarmi. Si offrono a tutto ciò che a me fa piacere. Non pensano né alla ricompensa né ai meriti che a loro verranno, né alla stanchezza, né ai patimenti che potranno incontrare. Il loro unico desiderio è di dimostrarmi il loro amore e di consolare il mio Cuore. Sia che la mia croce si presenti ad esse sotto forma di malattia o che si nasconda sotto un’occupazione contraria ai loro gusti o alle loro attitudini, che rivesta la forma di qualche dimenticanza o di una certa opposizione da parte di chi le circonda, esse la riconoscono e l’accettano con tutta la sottomissione di cui la loro volontà è capace »
« L’anima che ama veramente non misura ciò che fa, né pesa quello che soffre. Non viene a patti per la fatica o per il lavoro, non aspetta retribuzione, ma intraprende tutto quello che giudica essere più glorioso a Dio »
(Josefa Menéndez, Invito all’Amore)
« Gesù, è per amor vostro, per la conversione dei peccatori, e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria » (Preghiera di Fatima)
Signore
mio Gesù,
Ecco
la mia lingua: custoditela; che essa esprima solo ciò che vi piace; e che il
mio silenzio vi parli.
Eccovi
le mie orecchie: che esse ascoltino solo la voce del dovere; e la vostra voce,
o Gesù!
Eccovi
i miei occhi: che essi non cessino di contemplarvi in tutti i visi e in tutti i
lavori.
Eccovi
le mie mani e i miei piedi: rendeteli agili; che essi siano legati al vostro
unico servizio e alla esecuzione dei vostri desideri.
Eccovi
la mia mente: che la vostra luce l’invada tutta.
Eccovi
il mio cuore: che il vostro amore, o Gesù, vi regni e vi riposi.
« E io, io ti dono, figliola mia, io ti dono l’oggi ».
(Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
6.3.
«Finché è giorno»
(Gv 9,4)
6.3.
«Finché è giorno»
(Gv 9,4)
Dobbiamo compiere le opere di colui che mi
ha mandato finché è giorno (Gv 9,4)
Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! (2Cor 6,2)
Il proverbio ascetico afferma: “l’ora che tu vivi, il compito che adempi, l’uomo che tu incontri in questo momento sono i più importanti della tua vita”. (Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale, pp. 257)
Non preoccupatevi del domani (Mt 6,34)
2659 È nel presente che lo incontriamo: né ieri né domani, ma oggi: «Ascoltate oggi la sua voce: “Non indurite il cuore”» (Sal 95,7-8). (Catechismo della Chiesa Cattolica)
Secondo il Vangelo i tempi si accorciano, la figura del mondo passa: ora che lo Sposo è tolto non si può godere del mondo, vivere nei valori penultimi dell’esistenza. Qualitativamente, dopo la Pentecoste si vive già negli ultimi tempi. Questa situazione suggerisce la liberazione massimale dalle preoccupazioni del mondo, al fine di rendere attiva l’attesa. (Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale, p. 193)
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso (Lc 21,34)
Perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo (Fil 1,10)
Fate dunque molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi (Ef 5,15-16)
349. « Tieni a mente questo: il valore della vostra esistenza non sta in ciò che avete fatto, detto, o sofferto: sta nel posto che avrete lasciato al Salvatore, in ciò che mi avrete lasciato fare con voi. Dammi il tuo cuore, e il tuo cuore è tutta la tua vita! ».
371. « Nel momento della morte quello che conterà non sarà l’esteriore della vostra vita. L’importante invece è ciò che sarà intercorso durante la vostra vita tra voi e me, nell’interno della vostra anima; è per questo che la vita vi è stata donata ».
(Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
Poi viene la notte, quando nessuno può più operare (Gv 9,4)
n. 45 – Nostro Signore ha fretta. La sua vita nascosta di Nazareth, così povera, meschina e raccolta, non è imitata.
n. 45 – Nostro Signore ha fretta. I giorni assegnatici per amarlo, imitarlo, salvare con lui le anime, scorrono e nessuno lo ama, nessuno lo imita, nessuno salva le anime.
n. 31 – Vivere come se dovessi morire oggi martire.
n. 80 – Si compia completamente la sua volontà benedetta, che io resti qui ancora per poco o per molto, ma ch’egli tragga dalle nostre vite, lunghe o brevi, il maggior conforto possibile per il suo cuore…
(Charles de Foucauld, Pensieri)
23. « Quando sprechi tempo, mi offendi; disprezzi i miei doni, il presente che io lascio al tuo amore e alla tua generosità ».
151. « Non perdere più un minuto. Veglia per cogliere tutte le occasioni di offrirmi un atto di riparazione. È perduto tutto il tempo che tu passi lontano da me. Veglia e prega ».
55. « Ascoltami! Non perdere un minuto. Però non ti agitare; chi si agita spreca ».
218. « Se devi fare un atto che ti costa, fallo il più presto possibile. Se vuoi fare piacere a qualcuno, fallo il più presto possibile. Quando indugi nel compiere un’azione, pur essendo sicura che ciò è bene, sei negligente: l’azione rimandata occupa nella tua mente il posto di un’altra che ti sarebbe suggerita se la tua mente fosse libera ».
112. « Se questa vita con tutte le sue possibilità di trasformazione vi è conservata, è perché io sento pietà... ».
26. « Metti le tue cose in ordine. Tieniti pronta, perché verrò ben presto a prenderti. Verrò all’improvviso ».
67. « Ho fretta che tu sia tutta mia. Preparati. Quando sarai pronta, verrò a prenderti ».
136. « Non vedo l’ora di averti vicina; non vedo l’ora che tu abbia terminato la tua preparazione! Fa’ penitenza di corpo e di spirito con più vigilanza in questi giorni che ti restano, affinché l’anima tua si purifichi, e si slanci verso di me quando ti chiamerò. Liberati. Segui lo slancio dell’amore! ».
244. « Conserva il silenzio. Sii un po’ più mortificata a tavola. Lasciati spogliare ogni giorno un po’ di più: cose materiali e tesori del cuore e dello spirito, al fine di ricevere tutto dalle mie mani. Quando sarai pronta, ti chiamerò ».
145. « Preparati e rallegrati; verrò presto a prenderti, benché tu non lo creda e ti senta in buona salute ».
145. « Tu che sei così miserabile che non sapresti vivere senza di me, credi che io ti abbandonerò nel momento della morte? Come una madre abbraccia il suo neonato, così io ti circonderò della mia tenerezza; tu sei la mia figliolina, e so che non puoi fare a meno di me… ».
155 « Che la morte ti trovi povera e libera ».
270. « Vorrei che ciascun’anima comprendesse che l’aspetto. Che un amore immenso la aspetta al di là di questa vita, e che deve affrettarsi... purificarsi per andare incontro all’amore ».
598. « Ora voi dovete vivere di fede. Ben presto nella visione del cielo voi vedrete tutta questa realtà, in me, faccia a faccia. Allora ti rincrescerà di non aver meglio amato, con più amore e più audacia, le sofferenze della terra ».
(Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà (Mt 24,42)
State pronti, perché nell’ora che non immaginate, il Figlio dell’uomo verrà (Mt 24,44)
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora (Mt 25,13)
Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese (Lc 12,35)
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli (Lc 12,37)