«Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore»
(Ef 5,8)
1216 Poiché nel Battesimo ha ricevuto il Verbo, «la luce vera che illumina ogni uomo» (Gv 1,9), il battezzato, dopo essere stato «illuminato» (Eb 10,32), è divenuto «figlio della luce» (1Ts 5,5) e «luce» egli stesso (Ef 5,8). (Catechismo della Chiesa Cattolica)
Anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio (Gv 15,27)
360. « I miei testimoni sono coloro i quali sacrificano i loro vantaggi per agire secondo i miei insegnamenti: sì, quelli sono i miei veri testimoni. Molto spesso nessuno si è accorto dei loro sacrifici; eppure essi mantengono viva la mia dottrina e la trasmettono ».
410. « Il valore della vostra vita consiste nel fatto che Dio vi è affidato, perché trasmettiate la sua conoscenza alle generazioni che vi succedono, la sua conoscenza vera, quale la Chiesa l’ha in deposito. In questo consiste la vostra responsabilità ».
(Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli (Lc 22,32)
4.1.
«Voi siete la luce del mondo»
(Mt 5,14)
Non siete del mondo, ma siete nel mondo (Gv 15,19); questa parola del Signore preconizza un ministero del tutto particolare, che è quello di essere segno, riferimento al totalmente altro. Questo segno è chiamato a superare ogni forma predefinita per esprimersi dovunque e in ogni circostanza. (Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale, p. 140)
Dovete splendere come astri nel mondo (Fil 2,15)
Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo (Gv 17,18)
Cristo è l’asceta perfetto, ma egli vive tra gli uomini, discende nel loro inferno per recarvi la sua luce. (p. 166)
“Imitare Cristo” significa discendere dietro a lui in fondo all’abisso del nostro mondo. (p. 105)
Giunto al livello della più grande libertà, l’eremita può ritrovare anche il mondo, perché per lui non è più indemoniato, può ritrovare gli uomini nella loro città, perché perviene a quella carità che lo spinge ad abbandonare la sua solitudine. Su queste vette l’uomo non condanna più nessuno... Messaggero e testimone, egli si mescola alla folla; carismatico, apre la porta della sua cella e riceve il mondo. (p. 134)
(Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale)
- L’autentico uomo di preghiera non solo porta nel cuore i fratelli e li presenta a Dio, ma porta Dio ai fratelli e agli uomini tutti, ai peccatori innanzitutto. (Matta El Meskin, Consigli per la preghiera)
Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Mt 28,19-20)
Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni (Mt 10,8)
“Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28,19). L’ordine del Signore si rivolge a ogni cristiano confermato, a ogni laico. Accanto ai missionari accreditati, il confermato è un “uomo apostolico”, nel suo modo proprio. Secondo i grandi spirituali, egli è colui che cammina sui serpenti, domina ogni malattia, sposta le montagne e risuscita i morti, se tale è la volontà di Dio. (Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale, pp. 167; 252)
«State in mezzo alla gente, il mondo supplica di risuscitare» (Papa Francesco)
135. Dio, che è sempre novità, ci spinge continuamente a ripartire e a cambiare posto per andare oltre il conosciuto, verso le periferie e le frontiere. Ci conduce là dove si trova l’umanità più ferita e dove gli esseri umani, al di sotto dell’apparenza della superficialità e del conformismo, continuano a cercare la risposta alla domanda sul senso della vita. (Papa Francesco, Gaudete et Exsultate)
«È necessario che i cristiani, attraverso la testimonianza del destino di eternità a cui tutti siamo chiamati, sappiano risvegliare la nostalgia del desiderio di Dio in tutti coloro che incontrano» (Angelo Scola)
In un tempo di inflazione verbale, solo l’uomo della pace orante può ancora parlare agli altri, mostrare la parola fatta volto, lo sguardo fatto presenza. Il suo silenzio parlerà dove la predicazione non agisce più, il suo mistero renderà attenti a una rivelazione divenuta prossima, accessibile. (p. 217)
L’atteggiamento del laico è un silenzio raccolto, umile ma anche tutto permeato di una tenerezza appassionata. (p. 252)
Il laico è invitato a divenire luce, rivelazione, profezia. (p. 252)
I laici sono invitati a divenire tempio, a prolungare la liturgia nella loro esistenza e presentare agli uomini senza fede un volto, un sorriso liturgico… (p. 251)
Essere il vero laico significa essere colui che con tutta la sua vita, con ciò che è già presente in lui, annuncia Colui che viene. (p. 253)
È ora per la Chiesa di non parlare più di Cristo, ma di divenire Cristo. (p. 104)
Più che mai il mondo cerca un dato immediato che riunisca gli uomini, cerca il “fratello”. (p. 104)
(Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale)
n. 99 – Come bisogna fare per avvicinare gli indigeni? Atteggiatevi con semplicità, in modo gradevole e con bontà. È meglio amarli per essere riamati. Siate umani, caritatevoli e sempre lieti. Con loro bisogna sempre ridere. Fatevi conoscere. Fate loro vedere che conduciamo una vita simile alla loro, che noi gli assomigliamo.
n. 2 – Vivere insieme agli indigeni con la familiarità che aveva Gesù verso i suoi apostoli, i quali erano simili ad essi…
n. 4 – Diventare i loro amici, amarli e farsi amare, portarli alla virtù, e dalla virtù e dalla buona volontà a ogni verità, vivere per salvarli.
n. 5 – Prendere contatto, farsi amare, ispirare stima, fiducia, amicizia, rendere possibile un avvicinamento, dissodare la terra prima di seminare.
n. 93 – In primo luogo, preparare il terreno in silenzio, con la bontà, con il buon esempio: stabilire un contatto, farsi conoscere da loro e conoscerli; amarli, dal profondo del cuore, farsi stimare e amare da loro; con ciò, far cadere i pregiudizi, ottenere fiducia, acquistare autorità – e questo richiede tempo –, poi parlare in privato ai meglio disposti, con molta prudenza, a poco a poco, a ognuno in maniera diversa, in modo da dare a ciascuno quello che è capace di ricevere.
n. 86 – Quelli che mi succederanno troveranno spiriti meno diffidenti e meglio disposti. È ben poco: è tutto quello che si può per ora; voler fare di più comprometterebbe tutto per l’avvenire.
n. 53 – Amare, non significa convertire, ma per prima cosa ascoltare, scoprire questo uomo, questa donna, che appartengono a una civiltà e a una religione diversa.
n. 54 – Io voglio abituare tutti gli abitanti cristiani, musulmani, ebrei e idolatri a considerarmi come loro fratello, il fratello universale.
n. 43 – Si può sempre far molto con l’esempio, la bontà, la preghiera, stringendo più strette relazioni con anime tiepide o lontane dalla fede, per ricondurle, a poco a poco, a forza di pazienza, di dolcezza, di bontà, per effetto della virtù più che dei consigli, a una vita cristiana; oppure, ancora, entrando in relazioni d’amicizia con persone del tutto contrarie alla religione, per far cadere, con bontà e virtù, le prevenzioni che nutrono e per ricondurle a Dio…
n. 98 – Tutta la nostra vita, per quanto muta essa sia (la vita di Nazareth, la vita del deserto, la stessa vita pubblica) deve essere una predicazione del Vangelo fatta con l’esempio. Tutta la nostra esistenza, tutto il nostro essere deve gridare che noi apparteniamo a Gesù, deve presentare l’immagine della vita evangelica. Tutto il nostro essere deve diventare una predicazione viva, un riflesso di Gesù, un profumo di Gesù, qualcosa che gridi Gesù, che faccia vedere Gesù, che risplenda come un’immagine di Gesù.
n. 46 – E se mai voi foste chiamato verso questi paesi dove i popoli siedono all’ombra della morte, benedite Dio senza riserve e donate il corpo e l’anima nel fare splendere la luce di Cristo fra le anime bagnate dal suo sangue!
(Charles de Foucauld, Pensieri)
Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli (Mt 5,16)
61. « Ci sono diverse specie di carità: quella del buon Samaritano che cura le piaghe del corpo e dell’anima; quella che previene le ferite con la vigilanza facendo, in tutte le occasioni, agli altri ciò che si vorrebbe fosse fatto a noi; ma la più alta carità è la carità interiore, che s’immerge in Dio e non si occupa che di mostrarlo, di farlo conoscere; è quella che libera le anime, perché da se stesse vengano a me, che dono consolazione e forza e vita ».
31. « La più sacrificata è colei che fa il maggior lavoro invisibile, che sa meglio nascondersi, non incomodare nessuna, essere leggera agli altri e rendere la propria anima trasparente sicché mi si scopra in lei. Il più importante non è il lavoro che fate voi, è quello che voi mi lasciate fare tra voi ».
231. « Sii pura come la goccia di rugiada perché il mio volto vi si rifletta. Poiché sei niente, io posso impossessarmi di te, sostituirmi a te ».
90. « Il vostro valore non sta nelle capacità personali, fossero pure geniali; ma nella vostra capacità di ricevere il Creatore, di lasciarlo vivere e trasparire in voi. Lo si scopre dalla vostra maniera di essere e di agire ».
210. « Guarda la Madre mia: silenzio, nascondimento. Che cosa ha detto? Non si conosce che qualche parola. Ha parlato con le azioni. Che cosa ha fatto? Il suo dovere quotidiano, ordinario, senza rumore. Rese una grandissima gloria a Dio perché fu. Accettò di essere ciò che Dio desiderava che fosse e come lui desiderava. Basta essere. Guardati dall’apparire, dal cercare di spiegarti, dal giustificarti, dal farti conoscere, se c’è un equivoco. Basta essere. Questo solo resta, e davanti a Dio e davanti all’eternità ».
310. « Figliola mia, ecco una spiegazione che ti meraviglierà; ricordala, perché è la verità: più sarai nascosta, silenziosa, rispettosa verso il prossimo, senza tentare di influenzarlo, più agirai sulle anime; al contrario, più cercherai di affermare te stessa, imponendo i tuoi gusti, i tuoi desideri, i tuoi schemi, i tuoi modi di procedere, le tue idee, cercando di convincere gli altri... meno agirai sulle anime ».
183. « Il tuo amore, dillo con le azioni; i tuoi voti, dilli con le azioni, instancabilmente, nei minimi atti di ciascun istante che ne rendano testimonianza. La tua speranza e la tua gioia, dille con le azioni. La tua fede, dilla con le azioni. Così la luce che ti è affidata splenderà davanti agli uomini. Se ogni anima facesse così “risplendere davanti agli uomini” la parte di luce che le è affidata, il focolare di luce che è la Chiesa risplenderebbe irresistibilmente... ».
270. « Dovete tener ben alta la vostra luce, affinché altri la vedano e la seguano. Allora essa rischiarerà anche la vostra strada ».
272. « L’anima che vuole essere mia sposa non deve avere nessuna durezza. La voglio “piena di grazia”. Deve trasmettere il silenzio e la pace, la dolcezza e la pazienza, e la gioia. Le chiedo di amare le anime e di amare la croce; e una fedeltà eroica ».
452. « Per crescere nelle anime ho bisogno che esse si trovino a loro agio, senza amarezza e in disposizioni di benevolenza, e come rendere gli altri buoni se non prodigando loro la bontà? ».
221. « La vita dello Spirito ha bisogno d’incontrare benevolenza e bontà, ha bisogno di amore umano disinteressato per comprendere l’amore divino ».
225. « È questa la vita religiosa: vivere con Dio solo, col silenzio e l’esempio aiutarlo a regnare nelle anime. È necessario orientare le anime verso di me, mostrarmi... ».
173. « Vuoi diventare una manifestazione vivente del mio amore? ».
399. « Bisogna essere fortemente attaccati a me e alla sola volontà di Dio e distaccati da tutto il resto, capaci di adattarsi a tutte le circostanze, a tutte le situazioni, a tutte le esigenze della vita, per aiutarmi a penetrare dovunque: farsi tutto a tutti, appianare le vie del Signore... ».
401. « Desidero che i miei apostoli e i miei discepoli siano staccati da tutto, fuorché da me. Che essi non abbiano ombra di ambizione personale, neppure inconsciamente, ciò è importantissimo ed io so che ciò vi è difficile. Ma è solo là dove regna la purezza di intenzione che la mia luce può risplendere attraverso di voi e rischiarare il mondo ».
414. « Desidero che la tua piccola vita sia una illustrazione di questo punto del mio insegnamento: “Io sono dolce e umile di cuore... Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero”. Di’ questo con la tua vita, danne l’immagine, perché il mondo sconvolto mi riconosca e venga a me... ».
543. « Desidero che ciascuna delle tue giornate sia un’immagine di quanto ti dico. È così che io desidero parlare attraverso di te ».
532. « Tu non vuoi credermi, eppure l’esempio è il solo mezzo per migliorare la società ».
592. « La più grande prova d’amore per il vostro prossimo è di dargli l’esempio del bene, qualunque cosa vi possa costare. È una maniera di donare la propria vita per gli amici ».
609. « Voi potete fare molto, le une per le altre, mediante l’esempio potete influenzarvi, potete determinare presso il vostro fratello l’uso che farà della sua libertà ».
(Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
« Nel suo cuore non è malizia, non è superbia, non è durezza, non è umanità di senso e di mente. Come ha deposto dell’uomo l’abito borghese per assumere assisa sacra, così s’è spogliato della umanità per divenire unicamente servo del suo Signore, portatore del Cristo, luce e voce di Dio e della Madre sua » (Maria Valtorta, Quaderni del 1943, 26 novembre)
Se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso (Mt 6,22)
Chi ama suo fratello, rimane nella luce (1Gv 2,10)
63. Nella quotidianità della nostra vita siamo chiamati a far trasparire il volto del Maestro. (Papa Francesco, Gaudete et Exsultate)
Voi dovete essere la radiosità di Gesù stesso. Il vostro sguardo deve essere il suo, le vostre parole le sue. Conducete la gente verso Dio, mai verso voi stessi. La gente dovrà amarvi soltanto perché le ricorderete Gesù. Il vostro desiderio deve essere di offrire soltanto Gesù, piuttosto che voi stessi. Ma soltanto la vostra comunione con Gesù porta alla comunicazione di Gesù. Con la vostra unione con Gesù, voi diventate la sua radiosità, il suo splendore, la sua immagine, una trasparenza di Cristo, affinché quelli che vi vedranno in certo qual modo vedranno Lui.
Sì, ho molte debolezze umane, molte miserie umane. Ma Lui si abbassa e si serve di noi, di te e di me, per essere suo amore e sua compassione nel mondo, nonostante i nostri peccati, nonostante le nostre miserie e i nostri difetti. Lui dipende da noi per amare il mondo e dimostrargli quanto lo ama. Se ci occupiamo troppo di noi stessi, non ci resterà tempo per gli altri.
(Santa Teresa di Calcutta)
243. « Ama tutte le mie creature per me » (Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
88. Seminare pace intorno a noi, seminare pace dovunque.
131. Riconosciamo la nostra fragilità ma lasciamo che Gesù la prenda nelle sue mani e ci lanci in missione. Siamo fragili, ma portatori di un tesoro che ci rende grandi e che può rendere più buoni e felici quelli che lo accolgono. L’audacia e il coraggio apostolico sono costitutivi della missione.
136. Dopo la risurrezione, quando i discepoli partirono in ogni direzione, «il Signore agiva insieme con loro» (Mc 16,20).
(Papa Francesco, Gaudete et Exsultate)
Noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi (2Cor 4,7)
Gesù, aiutaci a diffondere il tuo profumo ovunque noi andiamo;
Prendi possesso del nostro essere così pienamente,
che tutta la nostra vita sia soltanto un’irradiazione della tua;
Risplendi in noi e attraverso di noi,
così che chiunque si avvicini senta in noi la tua presenza,
e chi viene a noi veda soltanto Te;
Resta con noi, così cominceremo a risplendere come risplendi Tu,
così da essere luce per gli altri.
Che io non predichi a parole
ma con l’esempio,
attraverso lo slancio delle mie azioni,
con lo sfolgorare visibile dell’amore
che il mio cuore riceve da te.
(John Henry Newman)
Infine, quando tutte le cose finite si dissolveranno e tutto sarà chiaro, che io possa essere stata il debole ma costante riflesso del tuo amore perfetto.
Non permettere mai che qualcuno venga a te e vada via senza essere migliore e più contento. Sii l’espressione della bontà di Dio: bontà sul tuo volto e nei tuoi occhi, bontà nel tuo sorriso e nel tuo saluto. Ai bambini, ai poveri e a tutti coloro che soffrono nella carne e nello spirito offri sempre un sorriso gioioso. Da’ loro non solo le tue cure ma anche il tuo cuore.
(Santa Teresa di Calcutta)
4.2.
«Tutto sopportiamo per non mettere ostacoli al vangelo di Cristo»
(1Cor 9,12)
(1Cor 9,12)
Fate in modo di non essere causa di inciampo o di scandalo per il fratello (Rm 14,13)
Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno (2Cor 6,3)
158. « Non sono i dogmi che ricondurranno alla Chiesa i lontani; sono le azioni dei figli della Chiesa. Voi siete responsabili di coloro ai quali sottraete la verità, quando li scandalizzate con le vostre incoerenze ».
216. « Si guastano le anime quando si nasconde loro Dio ».
434. « Lasciate venire quelli che mi cercano, non turbateli, non deludeteli. Essi mi giudicano attraverso voi, perché voi siete miei. Comprendete voi la vostra responsabilità? ».
410. « Io opero nel mondo, ma vi lascio anche operare. Voi potete assecondare la mia opera, come potete ostacolarla. In questo consiste la vostra responsabilità ».
442. « Oh, quanto siete responsabili gli uni verso gli altri! Se non avete la forza di lottare per voi, lottate almeno per pietà delle anime degli altri! ».
(Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini (Mt 16,23)
n. 42 – Rendersi estranei ai modi di pensare, di parlare, di agire delle persone del mondo; non occuparsi di quel che pensano, dicono, fanno; fare ciò che è più perfetto, imitare Gesù. (Charles de Foucauld, Pensieri)
A te che importa? Tu seguimi (Gv 21,22)
«Non fare gran conto di chi ti sia favorevole o contrario; piuttosto preoccupati assai che, in ogni cosa che tu faccia, Dio sia con te» (L’Imitazione di Cristo)
Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12,2)
Di ogni specie di impurità o di cupidigia neppure si parli fra voi – come deve essere tra santi – né di volgarità, insulsaggini, trivialità, che sono cose sconvenienti (Ef 5,3-4)
Ora gettate via tutte queste cose: ira, animosità, cattiveria, insulti e discorsi osceni (Col 3,8)
Nessuna parola cattiva esca dalla vostra bocca, ma piuttosto parole buone che possano servire per un’opportuna edificazione, giovando a quelli che ascoltano (Ef 4,29)
Desisti dall’ira e deponi lo sdegno, non irritarti: non ne verrebbe che male (Sal 37,8)
Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità (Ef 4,31)
Il mondo prima di Cristo era un mondo abitato da spiriti. Il Vangelo parla degli indemoniati, di elementi perturbatori, della perversità del cuore umano. Gli abissi che si scoprono sono “infestati” dagli spiriti, vi sono pieghe segrete in cui si annidano potenze che ci governano se siamo ignoranti o disattenti. (Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale, p. 127)
Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera (Mc 9,29)
436. « Le vittorie che dovete riportare su voi stessi sono molto importanti, anche se nessun altro all’infuori di me le vede, sono vittorie grandissime che affrettano la venuta del Regno. In voi è il vostro più grande campo di azione » (Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
114. È necessario lottare e stare in guardia davanti alle nostre inclinazioni aggressive ed egocentriche per non permettere che mettano radici. (Papa Francesco, Gaudete et Exsultate)
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te (Mt 5,29)
«Insorgi infiammato contro te stesso, e non permettere che in te si annidi la tumefazione della superbia» (L’Imitazione di Cristo)
72. «Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita» (Mt 11,29). Se viviamo agitati, arroganti di fronte agli altri, finiamo stanchi e spossati. Ma quando vediamo i loro limiti e i loro difetti con tenerezza e mitezza, senza sentirci superiori, possiamo dar loro una mano ed evitiamo di sprecare energie in lamenti inutili.
72. Per Santa Teresa di Lisieux «la carità perfetta consiste nel sopportare i difetti altrui, non stupirsi assolutamente delle loro debolezze».
116. Il cristiano non spreca le sue energie lamentandosi degli errori altrui, è capace di fare silenzio davanti ai difetti dei fratelli ed evita la violenza verbale che distrugge e maltratta, perché non si ritiene degno di essere duro con gli altri, ma piuttosto li considera «superiori a se stesso» (Fil 2,3).
117. Non ci fa bene guardare dall’alto in basso, assumere il ruolo di giudici spietati, considerare gli altri come indegni e pretendere continuamente di dare lezioni. Questa è una sottile forma di violenza. «Sii più inclinato a essere ammaestrato da tutti che a volere ammaestrare chi è inferiore a tutti» (San Giovanni della Croce).
(Papa Francesco, Gaudete et Exsultate)
241. « Desidero che una gioiosa dolcezza regni tra voi. Sforzati di essere dolce. Pensa alla Madre mia: allora non senti nell’anima la dolcezza del suo sorriso? ».
366. « Alle mie anime chiedo di lavorare unicamente a diffondere il mio Spirito, la mia dolcezza, la mia amabilità che non si arresta al male, ma vince il male con il bene, esigendo tutto da sé e niente dagli altri ».
368. « Dovete mirare anzitutto alla concordia, all’unione fra voi. Nelle cose secondarie che sono correggibili, è meglio sopportare pazientemente piuttosto che cercare di migliorare se questo nuoce alla cortesia dei vostri rapporti ».
652. « State molto attente a non causarvi nessuna pena senza necessità; cedi ai desideri delle tue Sorelle, diffondi la contentezza ».
(Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
«Anche se la tua idea era giusta, ma la abbandoni per amore di Dio seguendo quella di altri, da ciò trarrai molto profitto» (L’Imitazione di Cristo)
Il fine dell’ascesi è spezzare l’orgoglio e fare dell’umiltà una sede incrollabile dello spirito umano: “Lasciarsi macinare nella macina dell’umiltà, per diventare un pane dolce e gradito al Signore”. (Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale, p. 176)
486. « Vi è in ciascuno di voi un orgoglio tenace, nel più profondo di voi stessi, a vostra insaputa. Quando devi intenderti con le tue Sorelle, mettimi sempre tra te e loro, altrimenti vi sarà uno scontro di orgogli umani ».
486. « Tu hai molto orgoglio, assai più di quanto non te ne possa rendere conto. Io ti indico come rimedio questa preghiera che tanto mi piace esaudire: “Gesù, dolce e umile di cuore, rendi il mio cuore simile al tuo”. Dilla senza stancarti, fin dal tuo risveglio; per preservarti e per riparare gli errori che il tuo orgoglio ha provocato».
527. « L’umiltà consiste nel guardare in faccia le più nascoste delle vostre intenzioni, nel coraggio di riconoscere se sono egoiste, e di chiedermi di purificarvi ».
586. « L’amore divino non vive e non si esprime che in un cuore puro. Figliola mia, vi è facile avere un cuore puro: basta, se avete commesso un peccato o se avete avuto una cattiva intenzione, basta riconoscerlo. Io vi ho redenti da tutti i peccati. Non sono i peccati che nuocciono alla vostra purezza, è il vostro orgoglio che, spesso, si rifiuta di riconoscerli. Quando un’anima riconosce che ha peccato diventa capace di una grande purezza. Il più grande ostacolo che esiste tra molte anime di buona volontà e me, è che esse non vedono che mi feriscono e che spesso mi deludono, sono cieche e non chiedono la luce ».
612. « Oh, le riserve inconfessate di egoismo che paralizzano in voi l’onnipotenza dello Spirito Santo! ».
(Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
118. L’umiltà può radicarsi nel cuore solamente attraverso le umiliazioni. Senza di esse non c’è umiltà né santità. Se tu non sei capace di sopportare e offrire alcune umiliazioni non sei umile e non sei sulla via della santità. La santità che Dio dona alla sua Chiesa viene mediante l’umiliazione del suo Figlio: questa è la via. L’umiliazione ti porta ad assomigliare a Gesù, è parte ineludibile dell’imitazione di Cristo: «Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme» (1Pt 2,21).
119. Non mi riferisco solo alle situazioni violente di martirio, ma alle umiliazioni quotidiane di coloro che sopportano situazioni difficili per salvare la propria famiglia, o evitano di parlare bene di sé stessi e preferiscono lodare gli altri invece di gloriarsi, scelgono gli incarichi meno brillanti, e a volte preferiscono sopportare qualcosa di ingiusto per offrirlo al Signore: «Se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio» (1Pt 2,20).
119. Avere il coraggio di difendere i deboli davanti ai potenti, benché questo procuri conseguenze negative per la propria immagine.
120. L’umiliazione è una via per imitare Gesù e crescere nell’unione con Lui. Questo non è comprensibile sul piano naturale e il mondo ridicolizza una simile proposta. È una grazia che abbiamo bisogno di supplicare: Signore, quando vengono le umiliazioni, aiutami a sentire che mi trovo dietro di te, sulla tua via.
121. Non cadiamo dunque nella tentazione di cercare la sicurezza interiore nei successi, nei piaceri vuoti, nel possedere, nel dominio sugli altri o nell’immagine sociale: «Vi do la mia pace», ma «non come la dà il mondo» (Gv 14,27).
159. Non si tratta solamente di un combattimento contro il mondo e la mentalità mondana, che ci inganna, ci intontisce e ci rende mediocri, senza impegno e senza gioia. Nemmeno si riduce a una lotta contro la propria fragilità e le proprie inclinazioni (ognuno ha la sua: la pigrizia, la lussuria, l’invidia, le gelosie, e così via). È anche una lotta costante contro il diavolo, che è il principe del male. Gesù stesso festeggia le nostre vittorie. Si rallegrava quando i suoi discepoli riuscivano a progredire nell’annuncio del Vangelo, superando l’opposizione del Maligno, ed esultava: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore» (Lc 10,18).
160. Di fatto, quando Gesù ci ha lasciato il «Padre Nostro» ha voluto che terminiamo chiedendo al Padre che ci liberi dal Maligno. L’espressione che lì si utilizza non si riferisce al male in astratto e la sua traduzione più precisa è «il Maligno». Indica un essere personale che ci tormenta. Gesù ci ha insegnato a chiedere ogni giorno questa liberazione perché il suo potere non ci domini.
161. Non pensiamo dunque che sia un mito, una rappresentazione, un simbolo, una figura o un’idea. Tale inganno ci porta ad abbassare la guardia, a trascurarci e a rimanere più esposti. Lui non ha bisogno di possederci. Ci avvelena con l’odio, con la tristezza, con l’invidia, con i vizi. E così, mentre riduciamo le difese, lui ne approfitta per distruggere la nostra vita, le nostre famiglie e le nostre comunità, perché «come leone ruggente va in giro cercando chi divorare» (1Pt 5,8).
(Papa Francesco, Gaudete et Exsultate)
Sia il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno (Mt 5,37)
Ma Gesù taceva (Mt 26,63)
Ma Gesù non gli rispose neanche una parola (Mt 27,14)
Ma Gesù non rispose più nulla (Mc 15,5)
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
(Is 53,7)
Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato? (Gv 18,11)
Il mio regno non è di questo mondo (Gv 18,36)
« Il mio regno non è di questo mondo… Così l’anima deve rispondere con energia e generosità quando si presenta l’occasione di vincere il rispetto umano, di accettare la sofferenza o l’umiliazione, che facilmente potrebbe evitare. Il mio regno non è di questo mondo, quindi non cerco il favore degli uomini. In questa vita non devo preoccuparmi dell’opinione del mondo, ma solo di compiere fedelmente il mio dovere. Se per questo devo subire umiliazioni e sofferenze non indietreggerò. Ascolterò la voce della grazia, lasciando che si spenga il grido della natura » (Josefa Menéndez, Invito all’Amore)
2. « Non ti difendere. Non far valere i tuoi diritti. Silenzio, silenzio... come me ».
5. « Questa è la sola realtà: Io t’amo e ti custodisco. Per adesso e per l’eternità. Tutto il resto, bisogna sopportarlo con dolcezza e con pazienza. Sono immagini fuggitive che passano attorno a te. Ma io resto. Io t’amo e ti custodisco ».
6. « Se provocata, lasciami fare; lasciami la gioia di difenderti quando vorrò e come mi piacerà. Se soffri, vieni più vicino a me. Ti attendo sempre. Ti dirò i miei segreti che consolano e fortificano ».
41. « Hai fatto bene a cedere alla tua Sorellina, benché tu avessi un’eccellente ragione per non obbedirle. Sono contento! ».
394. « Abbi cura di lasciare agli altri il piacere di comandare ».
112. « Ciò che ti ripugna o ti rivolta, consideralo con la dolcezza che vi ho rivelato nella mia Passione, e con pietà ».
200. « Un’occasione di perdonare, di vincere il male col bene, è un gran regalo da parte mia ».
332. « L’incomprensione altrui è una specie di silenzio benefico. Bisogna accoglierla come una grazia ».
438. « Se ti capitasse che ti si stimi inutile, che ti si ami poco, che ti si ritenga “di troppo”, che le tue intenzioni siano mal capite, accogli con gioia tutte queste occasioni di seguirmi nella via del silenzio e dell’amore ».
52. « Chiedimi la forza, in ciascuna occasione, senza stancarsi, di vincere il male col bene, nel silenzio ».
55. « Per vivere la mia vita, rimani in me silenziosamente ».
246. « Poiché non mi sono né difeso né lamentato, nella mia Passione è stata oltrepassata ogni misura negli oltraggi. Se non ti lamenti, se non lasci indovinare la tua stanchezza, se non ti difendi e ti lasci spogliare, si abuserà della tua buona volontà; però mi imiterai. Così potrò rivivere in te, così e non altrimenti».
409. « La santità consiste nel donarmi la vostra umanità perché io riviva ancora tra voi ».
542. « Combatti per me, io trionferò. Prestami la tua umanità per lottare passo passo contro il male ».
549. « Non è quando tutto va bene che tu mi ami. È quando tutto va male, e tuttavia la tua anima mi resta unita, serena, occupata solo a diffondere lo spirito buono ».
660. « Tu non difendi la mia causa quando ti irriti. Tu la farai trionfare sovranamente se non ti separi dalla mia dolcezza e vinci il male con il bene ».
665. « Quello che io ti chiedo, quello che attendo da te, è che tu agisca senza irritarti e senza parlare, ma secondo la mia maniera, imitando la mia vita eucaristica ».
662. « Osserva: forse che io mi turbo per gli oltraggi che mi opprimono senza posa? No, io riparo, attendo le anime, attendo che comprendano, che si pentano e che vengano a me. Un’anima vittima deve conformarsi alla mia vita eucaristica... ».
(Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
n. 41 – Silenziosamente, nascostamente, come Gesù a Nazareth, oscuramente, come lui, passare sconosciuto sulla terra, come un viaggiatore nella notte, poveramente, laboriosamente, umilmente, dolcemente, facendo il bene come lui, disarmato e muto dinanzi all’ingiustizia come lui; lasciandomi, come l’agnello divino, tosare ed immolare senza far resistenza né parlare.
n. 85 – Non meravigliatevi delle tentazioni, delle aridità, delle miserie; è la parte migliore. Quanto più la tentazione è forte, profonda l’aridità, umiliante la miseria, tanto più lo sposo divino chiede alla nostra anima di combattere, di resistere, di sperare nel suo amore. Sottoporre a questa prova i nostri poveri cuori… non è forse una grazia?
n. 85 – Guardare le cose esteriori come apparenze, fantasmi, miraggi, immagini che passano come quelle delle lanterne magiche, e lasciarle passare nel loro svolgersi, chiudendo gli occhi su di esse e non aprendoli che su di voi, o Gesù, restando sempre, sempre, qualunque cosa si faccia e ovunque si sia, perduto, annegato, inabissato, in voi.
(Charles de Foucauld, Pensieri)
« L’anima che agisce lealmente, qualunque sia il risultato del suo operare, non si discolpa, né mette in campo le sue intenzioni. E perché agisce per amore, i suoi sforzi e le sue pene porteranno sempre alla gloria di Dio. Non si agita né s’inquieta e meno ancora perde la pace se in qualche occasione essa si vede contraddetta o anche perseguitata ed umiliata. Il solo movente dei suoi atti è l’amore, e l’amore è il suo solo scopo. Queste sono le anime che non vogliono salario e che cercano solo la mia consolazione, il mio riposo, la mia gloria. Sono quelle che hanno preso la mia croce, e ne sostengono tutto il peso sulle proprie spalle! » (Josefa Menéndez, Invito all’Amore)
55. « Pensa alla Madre mia, che ho dato per Madre anche a te. Era sempre calma e sorridente perché io riempivo tutta l’anima sua. Non ti agitare; non avere inquietudini. Tutto passa, eccetto il tuo Dio » (Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
Passa la figura di questo mondo (1Cor 7,31)
Il mondo passa con la sua concupiscenza (1Gv 2,17)
Rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri (Col 3,12-13)
Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo (1Cor 4,12)
La carità tutto sopporta (1Cor 13,7)
Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile (Mt 19,26)
652. « Se non avete i vostri sguardi tesi verso di me, voi andate incontro a sconfitte e delusioni malgrado i più grandi sforzi. Ricordalo » (Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
Senza di me non potete far nulla (Gv 15,5)
29. « Capisci che sei niente? Tu da sola non sei che ribellione, rifiuto, negazione. Dio solo è. Sono io che ti induco alla pazienza, alla dolcezza, all’accettazione... ».
492. « Se tu avessi qualche virtù, lo dovresti a me; la parte che spetterebbe a te, non sarebbe che di aver ricevuto il mio dono... ».
(Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
Che cosa possiedi che tu non l’abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché te ne vanti come se non l’avessi ricevuto? (1Cor 4,7)
Nessuno è buono, se non Dio solo (Mc 10,18)
Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.
(Vieni Santo Spirito)
Tutto posso in colui che mi dà la forza (Fil 4,13)
4.3.
«Siate sempre lieti nel Signore»
(Fil 4,4)
(Fil 4,4)
Ve lo ripeto: siate lieti (Fil 4,4)
Loderò il Signore finché ho vita, canterò inni al mio Dio finché esisto (Sal 146,2)
« Con Te, o Gesù, vado attraverso la vita, nelle giornate serene e in quelle di tempesta, con un grido di gioia, cantando sottovoce l’inno della Tua Misericordia. Non interromperò il mio canto d’amore, finché non lo riprenderà il coro degli angeli » (Faustina Kowalska, 21-11-1936)
587. « Che vi manca? Avete tutto quello che è necessario per essere felici. Voi dovreste cantare senza sosta questo canto interiore che rende gloria a Dio e si unisce alla lode di tutte le creature » (Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
122. Quanto detto finora non implica uno spirito inibito, triste, acido, malinconico, o un basso profilo senza energia. Il cristiano è capace di vivere con gioia e senso dell’umorismo. Senza perdere il realismo, illumina gli altri con uno spirito positivo e ricco di speranza. Essere cristiani è «gioia nello Spirito Santo» (Rm 14,17), perché «all’amore di carità segue necessariamente la gioia. Poiché chi ama gode sempre dell’unione con l’amato. Per cui alla carità segue la gioia» (San Tommaso d’Aquino). Abbiamo ricevuto la bellezza della sua Parola e la accogliamo «in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo» (1Ts 1,6). Se lasciamo che il Signore ci faccia uscire dal nostro guscio e ci cambi la vita, allora potremo realizzare ciò che chiedeva san Paolo: «Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti» (Fil 4,4). (Papa Francesco, Gaudete et Exsultate)
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena (Gv 15,11)
295. «Che vi manca per essere felici? Vi ho dato la Speranza, la Preghiera, la Fede, la Carità, la Comunione dei Santi...».
55. «Io t’amo! Non riempie ciò d’una pienezza di felicità ciascuno dei tuoi minuti? Io t’amo, e desidero che tu lo sappia. Oh! Se tu sapessi come io t’amo, mia piccola bambina!».
384. « Figliola mia, servimi con gioia, donami molta gioia, essa testimonia la mia presenza. Tu non puoi offrirmi niente di meglio che i miei stessi doni; se tu mi porti pene e difficoltà, tu mi doni quanto viene da te… e che hai fatto della gioia che ti ho mandato? Io sono sempre in un cuore gioioso. La tristezza è là dove non mi si è accolto... La gioia dell’anima, quella che il mondo non sempre vede, è di tutti i vostri messaggi il primo a giungere al cielo.
Gioia dell’obbedienza perché essa esprime il vostro amore.
Gioia della purezza e della castità che apre i vostri occhi alla luce eterna.
Gioia della povertà che vi rende partecipi della capacità divina di donare.
Gioia della sofferenza del corpo che libera l’anima.
Gioia della mortificazione interiore che vi introduce nel mondo dello Spirito sempre più profondamente e nel quale andate di scoperta in scoperta fino al giorno in cui mi incontrerete faccia a faccia.
Gioia, gioia interiore. Figliola mia, tu che hai un compito così facile, desidero che converta tutto in gioia interiore. Così mi glorifichi ».
637. « L’anima che mi onora di più non è quella che ha più sofferto, è quella che ha meglio trasformato in amore e in gioia tutte le sue sofferenze, sì, tutte le sue sofferenze, anche le più piccole contrarietà e le più piccole delusioni. Il suo amore mi glorifica già sulla terra ».
(Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo (At 13,52)
Il monachesimo sembra cercare l’ascesi escatologica dei primi secoli, questo atto di fede che faceva dell’essere umano intero l’attesa gioiosa della Parusia. (Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale, p. 61)
« Ti voglio piccola, piccola, molto umile e sempre sorridente. Sì, ti voglio sempre nella gioia, ma procura di farti sempre un po’ carnefice di te stessa. Scegli spesso ciò che ti costa di più, restando allegra e contenta, poiché, servendomi con pace e letizia, glorificherai maggiormente il mio Cuore » (Josefa Menéndez, Invito all’Amore)
47. « Ti voglio allegra e forte, irresistibilmente amante, e dolcissima ».
393. « In qualunque istante io ti sorprenda, desidero trovare in te gioia, speranza, generosità ».
118. « Desidero vedere la tua anima piena di gioia, e che trasparisca dovunque attorno a te ».
362. « Il mondo è nella tristezza perché vive nel peccato. Strappate le anime dal peccato, mediante la vostra gioia, voi che vivete nella mia grazia ».
362. « Offrite al mondo cieco la vostra gioia come una irresistibile luce ».
295. « Figliola mia, sii pienamente felice, affinché altri ti imitino e lancino al cielo quel grazie che il mio cuore si compiace di ricompensare magnificamente ».
(Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
Ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce (Col 1,12)
Siate ricolmi dello Spirito, cantando e inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo (Ef 5,18-20)
Siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi (1Ts 5,16-18)
2648 Ogni gioia e ogni sofferenza, ogni avvenimento e ogni necessità può essere materia dell’azione di grazie, che, partecipando a quella di Cristo, deve riempire l’intera vita: «In ogni cosa rendete grazie» (1Ts 5,18). (Catechismo della Chiesa Cattolica)
126. «Caccia la malinconia dal tuo cuore» (Qo 11,10). È così tanto quello che riceviamo dal Signore «perché possiamo goderne» (1Tm 6,17), che a volte la tristezza è legata all’ingratitudine, con lo stare talmente chiusi in sé stessi da diventare incapaci di riconoscere i doni di Dio.
127. San Francesco d’Assisi era capace di commuoversi di gratitudine davanti a un pezzo di pane duro, o di lodare felice Dio solo per la brezza che accarezzava il suo volto.
(Papa Francesco, Gaudete et Exsultate)
597. « Figliola mia, non lasciar passare una sola occasione di rallegrarti e di ringraziarmi, in riparazione di tante occasioni trascurate, o disprezzate, che rattristano lo Spirito Santo ».
193. « Quando un’anima trova gioia in ciò che le do, io aumento questa gioia; essa approfondisce il mio dono e scopre con meraviglia che le ho dato più di quanto sembrava. Però quando un’anima non sa contentarsi di quel poco che le do, invano essa mi cerca altrove. “Sarà dato a chi ha”, lo capisci adesso? ».
195. « Vi sarebbe meno aridità nelle anime, se fossero più attente ai miei doni per loro o per le altre, se si contentassero del poco che è loro dato, perché poca cosa è sufficiente a rivelare il mio immenso amore ».
196. « Vi mando le scintille della gioia; dipende da voi conservarla o lasciarla spegnere come una lampada senz’olio ».
197. « Le gioie che ti apporterà il domani sono come nascoste in quelle dell’oggi: se accogli quelle del presente, esse apriranno il tuo cuore a quelle di domani. Tutto così è concatenato: le azioni e le loro conseguenze, le gioie e le virtù, gli sforzi e le vittorie su di sé, come le cadute; e la Giustizia agisce impercettibilmente ma irresistibilmente, sostenendo l’universo. Il vostro destino è nelle vostre mani, e anche quello dei vostri fratelli, perché siete tutti fratelli uniti, e dipendenti gli uni dagli altri, per mezzo dello Spirito ».
(Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
Rallegratevi con quelli che sono nella gioia (Rm 12,15)
Se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui (1Cor 12,26)
Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo (Gv 3,29)
Non ho gioia più grande di questa: sapere che i miei figli camminano nella verità (3Gv 1,4)
Ora, sì, ci sentiamo rivivere, se rimanete saldi nel Signore (1Ts 3,8)
2539 L’invidia consiste nella tristezza che si prova davanti ai beni altrui.
2540 Il battezzato lotterà contro l’invidia mediante la benevolenza. «Vorreste vedere Dio glorificato da voi? Ebbene, rallegratevi dei progressi del vostro fratello, ed ecco che Dio sarà glorificato da voi. Dio sarà lodato – si dirà – dalla vittoria sull’invidia riportata dal suo servo, che ha saputo fare dei meriti altrui il motivo della propria gioia» (San Giovanni Crisostomo).
(Catechismo della Chiesa Cattolica)
128. L’amore fraterno moltiplica la nostra capacità di gioia, poiché ci rende capaci di gioire del bene degli altri: «Rallegratevi con quelli che sono nella gioia» (Rm 12,15). «Ci rallegriamo quando noi siamo deboli e voi siete forti» (2Cor 13,9). Invece, se ci concentriamo soprattutto sulle nostre necessità, ci condanniamo a vivere con poca gioia. (Papa Francesco, Gaudete et Exsultate)
«Rallegrati del bene degli altri come se fosse tuo e cerca sinceramente che questi siano preferiti a te in tutte le cose. In tal modo vincerai il male con il bene, caccerai lontano da te il demonio e ne ricaverai gioia di spirito. Cerca di fare ciò specialmente con coloro i quali meno ti sono simpatici. Sappi che se non ti eserciterai in questo campo, non giungerai alla vera carità né farai profitto in essa» (San Giovanni della Croce)
368. « C’è un reale guadagno dello spirito e una gioia a scegliere il meno piuttosto che il meglio a proprio vantaggio ».
127. « Oh! Se sapeste volere la felicità di tutti quelli che vi ho dato! ».
597. « Non lasciar passare una sola occasione di rallegrare le tue Sorelle, di far loro piacere, senza mancare alla Santa Regola; e la mia gioia dimorerà in te ».
452. « Io desidero che la tua presenza o la tua collaborazione con le tue Sorelle non apporti loro che gioia ».
481. « Desidero che tutti quelli che sono attorno a te siano felici: tu puoi contribuirvi… ».
492. « Io desidero che tu sia nella casa un elemento invisibile di felicità per tutte ».
652. « Cedi ai desideri delle tue Sorelle, diffondi la contentezza ».
(Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
Piangete con quelli che sono nel pianto (Rm 12,15)
Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme (1Cor 12,26)
76. La persona che 1) vede le cose come sono realmente, 2) si lascia trafiggere dal dolore, 3) piange nel suo cuore, è capace di raggiungere le profondità della vita e di essere veramente felice. Quella persona è consolata, ma con la consolazione di Gesù e non con quella del mondo. Così può avere il coraggio di condividere la sofferenza altrui e smettere di fuggire dalle situazioni dolorose. In tal modo scopre che la vita ha senso nel soccorrere un altro nel suo dolore, nel comprendere l’angoscia altrui, nel dare sollievo agli altri. Questa persona sente che l’altro è carne della sua carne, non teme di avvicinarsi fino a toccare la sua ferita, ha compassione fino a sperimentare che le distanze si annullano. Così è possibile accogliere quell’esortazione di san Paolo: «Piangete con quelli che sono nel pianto» (Rm 12,15). Saper piangere con gli altri, questo è santità. (Papa Francesco, Gaudete et Exsultate)
Chi fa opere di misericordia, le compia con gioia (Rm 12,8)
Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia (2Cor 9,7)
219. « Quando vedo coloro che vogliono obbedirmi con sforzo, è per me una umiliazione; quando l’orazione pesa loro, quando loro pesano le virtù, io resto come umiliato; io che ho proclamato che il mio giogo è dolce e il mio carico leggero! Servimi cantando! Il mio giogo è dolce quando ci si abbandona con tutta l’anima senza riserve allo slancio dell’amore. Allora t’accorgerai che non sei più tu che lo porti, è lui che ti trascina ».
220. « Preferisco vedere un’anima darmi poco, ma con grande gioia, piuttosto che vederla darmi molto, consacrarmi tutto ciò che una vita umana può consacrare, ma con tristezza; la tristezza è come un pentimento ».
(Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
L’umorismo, come il riso, ha una funzione liberatrice: libera dal peso delle funzioni sociali, dalla tentazione di prendersi troppo sul serio, dalla sofferenza eccessiva, anche nella vita spirituale. La letizia franca e infantile è una caratteristica tipica dei grandi santi; essi si divertono come figli di Dio e la Sapienza divina trova la sua delizia in questo gioco. (Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale, p. 93)