PARTE UNO
Pensare come Cristo
1.
«Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù»
(Fil 2,5)
n. 65 – Se dobbiamo imitare amorosamente, mettendoci tutto il cuore, la vita esterna di Nostro Signore, quanto più ancora dobbiamo conformare le nostre anime alla sua, pensare tutti i suoi pensieri, condividere tutti i suoi desideri, avere tutti i suoi sentimenti, formare insomma un sol cuore e un’anima sola con lui… (Charles de Foucauld, Pensieri)
«Assimilare il pensiero e i sentimenti di Cristo è un processo di conversione» (Angelo Scola, Educarsi al pensiero di Cristo, p. 30)
Lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare (Rm 12,2)
Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù, ovvero: vibrate, reagite di fronte alla vita, alle situazioni, alle circostanze, alle relazioni, nella stessa maniera con cui Gesù ha vissuto. Essere cristiani vuol dire avere in sé gli stessi sentimenti del Figlio, vivere la sua stessa vita emotiva. I sentimenti sono qualcosa che vibra nel cuore, non sono solo un comportamento: bisogna intervenire anche sui sentimenti, convertire i sentimenti. I sentimenti sono un elemento costitutivo di quel ricco e variegato mondo interiore che noi chiamiamo sensibilità e che comprende: sensi, sensazioni, emozioni, sentimenti, attrazioni, gusti, desideri, impulsi, criteri decisionali, affetti, passioni, attrazioni, tendenze ad agire in un certo modo. Quindi dovremmo meglio dire: abbiate in voi la stessa sensibilità di Cristo Gesù.
Conversione della sensibilità. Non dobbiamo lasciare che nel guazzabuglio del nostro cuore siano presenti sentimenti e attrazioni pagani e anti-cristiani. Essere cristiani vuol dire avere convertito anche questo complesso mondo interiore. Quando avverto in me un sentimento che non è in linea con la mia fede, con la mia identità di figlio di Dio, devo chiedermi da dove venga, e come mai sia apparso in me, devo scovarne l’origine, la radice, ed estirparlo. Se provo un certo sentimento negativo non è colpa della persona che me lo fa provare: quella persona mi ha solo dato l’occasione di farlo emergere dentro di me. Questo cammino di conversione è l’impegno autentico del credente autentico.
In ogni essere umano c’è un fremito di vita più alta e più bella, anche se l’essere umano non se ne accorge. Lo sguardo misericordioso è importante perché resta aperto su questo aspetto non subito visibile, non esclude mai questa dimensione ulteriore, anche quando tutto sembrerebbe eliminarne l’ipotesi. La misericordia è innanzitutto uno sguardo che promuove il positivo. La misericordia inizia dallo sguardo con cui si accoglie l’altro: uno sguardo aperto alla speranza, alla fiducia, al miglioramento… ovvero lo sguardo di Dio su di noi. Se sono convinto che tu puoi essere migliore, il mio sguardo deve trasmetterti questa positività. L’essere umano mantiene sempre la sua potenzialità positiva: il primo passo per far sì che questa potenzialità sbocci è riconoscere che esiste. Bisogna cogliere nell’altro quel punto di assoluta luminosità, presente in ogni essere umano e che niente potrà distruggere. Ecco perché l’amore non può essere condizionato al comportamento dell’altro: l’altro è sempre oggettivamente amabile, incondizionatamente amabile. Tale attenzione va rivolta soprattutto a quelli che sono tentati di non possedere la convinzione di questa amabilità intrinseca.
(Amedeo Cencini, Temi di Vita Spirituale)
- Peccatore che ha ottenuto da Dio il dono di vedere i propri peccati, l’uomo di preghiera sa scorgere nell’altro l’immagine di Dio che ciascuno porta impressa e sa farla emergere al di sopra del peccato che la deturpa. (Matta El Meskin, Consigli per la preghiera)
Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana (2Cor 5,16)
81. Dare e perdonare è tentare di riprodurre nella nostra vita un piccolo riflesso della perfezione di Dio, che dona e perdona in modo sovrabbondante. «Con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio» (Lc 6,38). La misura che usiamo per comprendere e perdonare verrà applicata a noi per perdonarci.
82. Occorre pensare che tutti noi siamo un esercito di perdonati. Tutti noi siamo stati guardati con compassione divina. Se ci accostiamo sinceramente al Signore e affiniamo l’udito, sentiremo qualche volta questo rimprovero: «Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?» (Mt 18,33).
105. Il modo migliore per discernere se il nostro cammino di preghiera è autentico sarà osservare in che misura la nostra vita si va trasformando alla luce della misericordia. Perché la misericordia non è solo l’agire del Padre, ma diventa il criterio per capire chi sono i suoi veri figli. Essa è l’architrave che sorregge la vita della Chiesa. Desidero sottolineare ancora una volta che, benché la misericordia non escluda la giustizia e la verità, la misericordia è la pienezza della giustizia e la manifestazione più luminosa della verità di Dio. Essa è la chiave del cielo.
(Papa Francesco, Gaudete et Exsultate)
«Ecco, fratello mio, il comandamento che io ti do: che la misericordia vinca sempre sulla tua bilancia, fino al momento in cui sentirai in te stesso la misericordia che Dio prova verso il mondo» (Sant’Isacco di Ninive)
«Scacciare i sospetti nella contemplazione dell’amore» (Aelredo di Rievaulx, L’amicizia spirituale, p. 116)
2477 Si rende colpevole di giudizio temerario colui che, anche solo tacitamente, ammette come vera, senza sufficiente fondamento, una colpa morale nel prossimo.
2478 Per evitare il giudizio temerario, ciascuno cercherà di interpretare, per quanto è possibile, in un senso favorevole i pensieri, le parole e le azioni del suo prossimo: «Ogni buon cristiano deve essere più disposto a salvare l’espressione oscura del prossimo che a condannarla» (Sant’Ignazio di Loyola).
(Catechismo della Chiesa Cattolica)
L’accusatore dei nostri fratelli è stato precipitato (Ap 12,10)
Abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo (1Gv 2,1)
174. Lui non fa scendere fuoco sopra gli infedeli (Lc 9,54), né permette agli zelanti di raccogliere la zizzania che cresce insieme al grano (Mt 13,29). (Papa Francesco, Gaudete et Exsultate)
77. « Ricordati che voi siete tutti degli esseri in evoluzione... Bisogna lasciare crescere la zizzania col buon grano ».
78. « È necessario favorire il buon grano dandogli fiducia, coltivandolo, trascurando di vedere ciò che vi è di male. Comprendendo ciò, le antipatie cadono... ».
533. « Dovunque il male è frammisto al bene ».
128. « Dovete mettere la vostra bontà nel cercare e trovare la bellezza nascosta in un’anima che non siete portati a stimare ».
211. « Tutto il lavoro del tuo pensiero si concentri nel farti una giusta idea di ciò che io sono, di ciò che desidero, di ciò che stimo, per scegliere come io scelgo, per giudicare tutte le cose nel senso con cui le giudico io... È un lavoro; è necessario distruggere le idee false, cercare dentro di te la prova delle concezioni giuste, ascoltarmi, guardarmi, non lasciarmi... ».
116. « Lo comprendi? Il Pensiero di Dio vien dato all’uomo! Non solo glielo do, ma glielo ispiro così delicatamente che esso diviene suo, come sua sostanza; affinché mi rassomigli e piaccia a Dio, lo adorno di uno degli splendori del Cristo: il suo Pensiero! ».
243. « È necessario che non vi sia una sola fibra del tuo essere che sfugga all’amore. Che non ci sia nell’anima tua alcun risentimento, alcun sentimento d’amarezza o d’antipatia ».
394. « Vigila affinché non si conservi nella tua anima nessuna traccia di risentimento o di amarezza ».
151. « Il più piccolo sentimento contrario all’amore, sradicalo ».
283. « La più grande carità che voi potete avere gli uni per gli altri non consiste nei regali o nei servizi che potete rendervi: sta nei vostri pensieri. È la carità più importante ed è quella che agisce di più. È necessario che le tue Sorelle incontrino in te un pensiero benevolo che le comprenda e le indovini, che veda la loro bellezza e non s’arresti alla loro bruttezza, perché ogni anima è un miscuglio vivente di ombre e di luci ».
390. « Sii caritatevole, nei tuoi pensieri innanzi tutto; il resto verrà da sé, spontaneamente. Non avrai mai da pentirti di aver giudicato una persona migliore di quello che essa è, perché bisogna vedere negli altri quello che son capaci di divenire con la mia grazia e non fissarli a quello che sono momentaneamente ».
412. « Tu non devi guardare alle tue Sorelle per quello che sono nel presente, perché il presente sfugge, ma per quello che possono divenire e produrre con la mia grazia ».
488. « Astienti sempre dal giudicare. Io solo conosco le intenzioni e gli errori e le sofferenze di ciascuno... ».
535. « Tu nella tua vita hai spesso procurato pena agli altri con parole imprudenti; ricordalo. È solo ora che tu cominci a capire il silenzio. Dovresti avere una grande pietà per le imprudenze di quelli che non sanno ancora ciò che tu hai impiegato tanto tempo a imparare ».
586. « Vi è impossibile conoscere il valore e la virtù degli altri, ma voi non avrete mai troppo rispetto per le anime, perché io le ho tutte riscattate a prezzo del mio Sangue ».
314. « Lasciarmi vivere in voi è mettere tutta la vostra intelligenza a comprendere i miei modi di agire, a imitarli, è avere gli stessi miei sentimenti e condividere i miei desideri. È mantenervi con tutta la forza della vostra volontà, costi quello che costi, a ogni istante, in ciascuna occasione, nella verità ».
312. « Dolcezza, pazienza, gioia... dammi queste tre cose, nella tua vita esterna, nei tuoi giudizi, nella tua mente, nei tuoi sentimenti. La dolcezza è il frutto dell’Amore. La pazienza è il frutto della Fede. La gioia è il frutto della Speranza. Quando non vi sarà che questo a riempire il tuo cuore, allora vi regnerò da Re ».
22. « Sì, io sono l’Amore. Tu mi scacci ogni volta che agisci diversamente da quanto suggerisce l’Amore. L’amore non ha occhi per le offese; perdona sempre, senza stancarsi; ama senza tregua e cresce sempre ».
(Suor Maria della Trinità, Colloquio interiore)
Non tiene conto del male ricevuto …
Tutto scusa (1Cor 13,4-7)
La tradizione monastica coltiva le epistole di San Giovanni e ha come base l’amore del prossimo e l’ascesi del cuore. Essa colpisce per un amore traboccante e per la sua tenerezza cosmica per ogni creatura. (p. 167)
Il raccoglimento apre l’anima verso l’alto, ma anche verso l’altro. Il cuore è uno scrigno immenso, capace di contenere Dio e tutti gli uomini: “acquista la pace interiore e una moltitudine di uomini troverà salvezza presso di te” (San Serafino). (p. 217)
Il carisma fondamentale è la carità evangelica, “tenerezza ontologica” verso ogni creatura di Dio. (p. 204)
Ogni frammento della creazione di Dio ha un carattere sacro, inviolabile nella sua attesa della salvezza. (p. 153)
“Che cos’è un cuore misericordioso?”, domanda Sant’Isacco di Ninive: “è un cuore che si infiamma d’amore per la creazione intera, per gli uomini, per gli animali, per tutte le creature… un amore mosso da una pietà infinita che si risveglia nel cuore di coloro che s’assimilano a Dio”. Un tale uomo “non condanna più né i peccatori né i figli di questo secolo… desidera amare e venerare tutti, senza distinzione alcuna, perché stimerà, dopo Dio, tutti gli uomini come Dio stesso”. (p. 204)
(Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale)